IL RABBINISMO
Zugot
Zugot (ebraico: תְּקוּפָת) הַזוּגוֹת) - (təqūphāth) hazZūghôth) si riferisce al periodo del Secondo Tempio (515 a.C. - 70 d.C.), in cui la guida spirituale del popolo ebraico era nelle mani di cinque generazioni successive di zugot ("paia") di insegnanti religiosi.
Origini del nome
In ebraico, la parola "zugot" indica il plurale di due oggetti identici (in italiano: "paia"). Il nome fu dato a due insegnanti della Legge ebraica in ogni successiva generazione di quel periodo. Secondo la tradizione due di loro erano sempre a capo dello Sanhedrin: uno come presidente ("nasi") e l'altro come vicepresidente o padre del tribunale ("Av beit din" - ebraico:אב בית דין, "Capo del Tribunale").
Il termine "Zugot" indica 5 paia di studiosi giuristi che dirigevano il Tribunale Supremo Beit Din HaGadol dal 142 a.e.v., quando il secondo stato della Giudea fu stabilito come stato indipendente alla fine della reggenza di Hillel il Vecchio, nel 40 a.e.v. circa. In seguito le posizioni di Giudice Capo Nasi e Vicepresidente Av Beit Din rimasero ma non più assegnate come Zugot.
Rabbini: Periodo Mishnaico (Tannaim, ca. 70–200 e.v.)
Akiva, Giudea del I secolo, studioso fondamentale della Mishnah[8]
Yehudah HaNasi, II secolo, Giuda il Principe in Giudea, redattore della Mishnah
Shimon bar Yohai, mistico del I secolo, reputtato autore dello Zohar
Jochanan Ben Zakkai, saggio del I secolo in Giudea, importante per lo sviluppo della Mishnah
Eliezer ben Jose, figlio di Jose il Galileo (?-ca. 160), famoso per la Baraita delle trentadue mitzvot. Padre di Rabbi Hananiah.
Lo stesso argomento in dettaglio: Mishnah e Tannaim.
Farisei
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« Farisei; essi godono fama d'interpretare esattamente le leggi, costituiscono la setta più importante, e attribuiscono ogni cosa al destino e a Dio. »
(Flavio Giuseppe, Guerra giudaica, II, 162.)
La corrente dei farisei costituisce il gruppo politico-religioso giudaico più significativo nella Palestina del periodo che intercorre all'incirca tra la rivolta dei Maccabei contro il regno seleucide (II secolo p.e.v.) e la prima guerra giudaica (70 e.v.). Essi, in vari momenti, si identificavano come un partito politico, un movimento sociale ed una scuola di pensiero; insieme ad esseni, sadducei e zeloti, i farisei erano il partito o filosofia di maggior importanza durante il periodo del Secondo Tempio.
I conflitti tra farisei e sadducei hanno avuto luogo nel contesto di conflitti sociali e religiosi tra ebrei molto più ampi e di lunga data, risalenti alla cattività babilonese e aggravati dalla conquista romana. Un conflitto era di classe, tra ricchi e poveri, poiché i sadducei includevano principalmente le famiglie sacerdotali e aristocratiche. Un altro conflitto era culturale, tra chi favoriva l'ellenizzazione e coloro che la resistevano. Un terzo era giuridico-religioso, tra chi enfatizzava l'importanza del Secondo Tempio con i suoi riti e servizi cultuali, e coloro che sottolineavano l'importanza di altre Leggi mosaiche. Un quarto punto di conflitto, specificamente religioso, coinvolgeva diverse interpretazioni della Torah e come applicarle alla vita ebraica, con i sadducei che riconoscevano solo la Torah scritta e respingevano le dottrine della Torah orale e della risurrezione dei morti.
Le testimonianze più note sui farisei sono costituite dal Nuovo Testamento e dalle opere dello storico Flavio Giuseppe (37 – ca. 100 d.C.), egli stesso dichiaratosi fariseo. Poiché, tuttavia, l'ebraismo rabbinico o moderno (cfr. infra) è essenzialmente derivato dal farisaismo, anch'esso ci attesta molti aspetti della dottrina e del pensiero di tale corrente spirituale. Giuseppe stimava la popolazione totale dei farisei prima della distruzione del Secondo tempio a circa 6 000 ("exakischilioi"). Affermava inoltre che i farisei ricevevano il supporto del popolino, in contrasto apparentemente con la più elitistica corrente dei sadducei:
« Per questi (insegnamenti) hanno un reale ed estremamente autorevole influsso presso il popolo; e tutte le preghiere e i sacri riti del culto divino sono eseguiti conforme alle loro disposizioni. La pratica dei loro altissimi ideali sia nel modo di vivere sia nei ragionamenti, è l'eminente tributo che gli abitanti delle città pagano all'eccellenza dei Farisei. »
(Antichità giudaiche, 18:15)
I farisei si attribuivano autorità mosaica nelle loro interpretazioni delle Legge ebraiche (Halakhah), mentre i sadducei rappresentavano l'autorità dei privilegi sacerdotali e delle prerogative stabilite sin dai tempi di Salomone, quando Zadok, loro avo, officiava come Sommo Sacerdote. Il termine "popolo" usato da Flavio Giuseppe indica chiaramente che la maggioranza degli ebrei erano "semplicemente popolo ebraico", separandoli e rendendoli indipendenti dai principali gruppi liturgici (da lui descritti nel Libro XVIII supra). Il Nuovo Testamento inoltre fa spesso riferimento alla gente comune, al popolo, indicando che l'identità ebraica era indipendente e più forte di questi gruppi. Nella sua Lettera ai Filippesi, Paolo di Tarso asserisce che dei cambiamenti si erano verificati nelle sette liturgiche della diaspora, identificandosi tuttavia ancora come "giudeo" o "ebreo",
« circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge » (Filippesi 3:5 )
Ere rabbiniche
Zugot, Tannaim, Amoraim, Savoraim, Gaonim, Rishonim, Acharonim
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APPROFONDIMENTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Farisei
https://it.wikipedia.org/wiki/Ebraismo_rabbinico
https://it.wikipedia.org/wiki/Rabbino
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https://it.wikipedia.org/wiki/Ebraismo_rabbinico
https://it.wikipedia.org/wiki/Rabbino