LE PRESCRIZIONI ALIMENTARI DEI CRISTIANI
LE PRESCRIZIONI ALIMENTARI DEI CRISTIANI E IL SIGNIFICATO DI ALCUNI CIBI
La comunità cristiana delle origini si divise fin da subito sul rispetto delle regole alimentari ebraiche. Quando l’apostolo Pietro, nato da famiglia ebrea, accettò l’invito a cena di Cornelio, un centurione romano, alcuni cristiani non esitarono a rimproverarlo. Se i primi cristiani di origine ebraica hanno continuato a osservare le prescrizioni alimentari della Bibbia di Israele, la conversione dei pagani al cristianesimo ha spinto gli apostoli ad accantonare quei divieti. Ai tempi del primo Concilio tenuto dagli apostoli a Gerusalemme, più o meno nel 50 d.C., fu presa la decisione di limitare il più possibile la distinzione tra animali leciti e proibiti, cibo puro e impuro. Come Paolo scrive: «Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l’altro invece, che è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto.»
Alcune prescrizioni alimentari si affacciano di quando in quando nella storia della cristianità, infatti il sacrificio pagano diventa quindi la vera ragione dell’interdetto alimentare. Tracce di una avversione nei confronti delle carni equine, permangono ancora in molte aree cristiane che considerano il cavallo “impuro” o “abominevole” dal punto di vista religioso, in questo inconsapevolmente d’accordo con l’Islam e l’Ebraismo. Alcuni gruppi religiosi cristiani continuano a osservare i precetti alimentari della Bibbia. È il caso degli Avventisti che raccomandano una dieta ovo-latteo-vegetariana e il rispetto degli interdetti biblici sugli animali. Essi ritengono che “la distinzione tra gli animali puri e impuri fu operata all’epoca di Noè, molto tempo prima dell’esistenza di Israele”.
- Si racconta che dopo la quaresima (periodo nel quale era vietato il consumo delle uova ) questo cibo veniva regalato o dipinto; le uova venivano scambiate all’inizio della primavera come augurio. Era tradizione seppellire un uovo, dipinto di rosso nei campi per assicurarsi un buon raccolto; questa tradizione deriva dall’antica Roma . L’uovo anche oggi continua ad essere un simbolo molto importante per i cristiani infatti ha il significato della rinascita della vita dopo la morte.
– Nel periodo di pasqua è molto importante la colomba che ricorda l’episodio del diluvio universale offerto dalla Genesi, quando ritornò da Noè con un ramoscello nel becco, ad indicare il messaggio della pace.
– L’agnello rappresenta il sacrificio di Cristo che con il suo sangue rigenera e l’umanità.
– Il vino (bevanda più importante per i cristiani) è simbolo di gioia, e quindi di festa; è la bevanda della vita che sa curare le sofferenze dell’uomo, quindi , nel cristianesimo, il vino ha assunto il ruolo centrale di metafora dello Spirito Santo così come la vigna rappresenta la comunità meglio conosciuta come CHIESA.
La comunità cristiana delle origini si divise fin da subito sul rispetto delle regole alimentari ebraiche. Quando l’apostolo Pietro, nato da famiglia ebrea, accettò l’invito a cena di Cornelio, un centurione romano, alcuni cristiani non esitarono a rimproverarlo. Se i primi cristiani di origine ebraica hanno continuato a osservare le prescrizioni alimentari della Bibbia di Israele, la conversione dei pagani al cristianesimo ha spinto gli apostoli ad accantonare quei divieti. Ai tempi del primo Concilio tenuto dagli apostoli a Gerusalemme, più o meno nel 50 d.C., fu presa la decisione di limitare il più possibile la distinzione tra animali leciti e proibiti, cibo puro e impuro. Come Paolo scrive: «Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l’altro invece, che è debole, mangia solo legumi. Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto.»
Alcune prescrizioni alimentari si affacciano di quando in quando nella storia della cristianità, infatti il sacrificio pagano diventa quindi la vera ragione dell’interdetto alimentare. Tracce di una avversione nei confronti delle carni equine, permangono ancora in molte aree cristiane che considerano il cavallo “impuro” o “abominevole” dal punto di vista religioso, in questo inconsapevolmente d’accordo con l’Islam e l’Ebraismo. Alcuni gruppi religiosi cristiani continuano a osservare i precetti alimentari della Bibbia. È il caso degli Avventisti che raccomandano una dieta ovo-latteo-vegetariana e il rispetto degli interdetti biblici sugli animali. Essi ritengono che “la distinzione tra gli animali puri e impuri fu operata all’epoca di Noè, molto tempo prima dell’esistenza di Israele”.
- Si racconta che dopo la quaresima (periodo nel quale era vietato il consumo delle uova ) questo cibo veniva regalato o dipinto; le uova venivano scambiate all’inizio della primavera come augurio. Era tradizione seppellire un uovo, dipinto di rosso nei campi per assicurarsi un buon raccolto; questa tradizione deriva dall’antica Roma . L’uovo anche oggi continua ad essere un simbolo molto importante per i cristiani infatti ha il significato della rinascita della vita dopo la morte.
– Nel periodo di pasqua è molto importante la colomba che ricorda l’episodio del diluvio universale offerto dalla Genesi, quando ritornò da Noè con un ramoscello nel becco, ad indicare il messaggio della pace.
– L’agnello rappresenta il sacrificio di Cristo che con il suo sangue rigenera e l’umanità.
– Il vino (bevanda più importante per i cristiani) è simbolo di gioia, e quindi di festa; è la bevanda della vita che sa curare le sofferenze dell’uomo, quindi , nel cristianesimo, il vino ha assunto il ruolo centrale di metafora dello Spirito Santo così come la vigna rappresenta la comunità meglio conosciuta come CHIESA.
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