ALCUNI MIDRASH
LA CREAZIONE DEL MONDO
(Gn 1)
1. — Insegnano i nostri maestri: «Interroga le antiche età» (Dt 4,32).
Può intendersi il testo nel senso: l'uomo interroghi l'età anteriore alla creazione del mondo? no, perché lo stesso testo continua dicendo: «da quando Iddio creò l'uomo sulla terra» (ivi). Ma potrebbe, allora, intendersi nel senso che l'uomo non possa indagare neppure intorno ai sei giorni della creazione? no, perché lo stesso testo dice: «interroga le prime età che furono prima di te» (ivi), (cioè: prima della tua creazione). Potrebbe, infine, intendersi nel senso: «interroga ciò che è in alto, in basso, avanti e indietro»? no, perché il testo dice: «da una estremità all'altra del cielo» (ivi), cioè: da una estremità all'altra del cielo tu puoi indagare, ma non puoi indagare ciò che è in alto, in basso, avanti e indietro (Cha. 11).
2. — Perché il mondo fu creato con la lettera «Beth?» ¹. Per insegnarci: come la «Beth» è chiusa da tutti i suoi lati, e aperta solo in avanti, cosi tu non sei autorizzato a indagare ciò che è in alto, in basso, in avanti e indietro, ma solo dal giorno in cui fu creato il mondo in poi (Ber. R. 1).
¹ Intendi: perché il racconto della creazione comincia con la seconda lettera
dell'alfabeto?
— Sei cose precedettero la creazione del mondo; di esse, alcune furono effettivamente create, altre furono soltanto pensate. La Torah e il trono della gloria divina furono create, i patriarchi, Israele, il Santuario e il nome del Messia furono soltanto pensati.
Rabbi Ahava in nome di Rabbi Zeira insegna: anche la Teshuvah fu pensata. Altri aggiungono: anche il Giardino Terrestre e il Gheinnam².
Dissero in nome di Rabbi Shemuel berabbi Ischaq: l'idea di Israele precedette ogni altra cosa. Se infatti il Signore non avesse previsto che a distanza di ventisei generazioni (dalla creazione), gli Ebrei avrebbero accettato la Torah, non avrebbe scritto su di essa: «comanda ai figli di Israele o parla ai figli di Israele» (Ber. R.1).
Disse Rabbi Jannai: il mondo e quanto in esso è contenuto, non furono creati se non in virtù della Torah (Ber. R. 1).
² Il «Gheinnam» è la dimora dei peccatori nell'aldilà, secondo il talmud.
ADAMO
(Gn 1,26)
— Disse Rabbi Berechia: mentre il Signore stava per creare il primo uomo, previde che da lui sarebbero derivati i giusti e i peccatori e pensò: se io creo l'uomo, ne verranno i peccatori; e se non lo creo, come sorgeranno i giusti? Allora il Santo, benedetto Egli sia, allontanò da sé il pensiero dei peccatori e, unitosi all'attributo della clemenza, creò l'uomo (Ber. R. 8).
8. — Disse Rabbi Simon: quando il Signore si accinse a creare l'uomo, gli angeli del servizio divino si divisero in gruppi e in schiere; alcuni dicevano: «sia creato» altri: «non sia creato». A questo fatto si richiama il verso che dice: «la bontà e la verità si incontrarono, la carità e la pace si baciarono» (Sai 85,11). Infatti la Bontà andava dicendo: «sia creato l'uomo che è destinato a fare opere buone»; la Verità, invece, andava dicendo: «si desista dal creare l'uomo che è pieno di falsità». La Carità andava dicendo: «sia creato l'uomo che è destinato a opere di bene»; e la Pace, invece: «si desista dal crearlo, perché è causa di contese». Allora il Santo, benedetto Egli sia, prese la verità e la gettò a terra, conforme a quanto è detto: «gettasti a terra la verità» (Dn 8,12). A questo punto, allora, gli angeli del servizio divino dissero: «Signore, Tu disprezzi e abbassi quella che è la Tua insegna (la verità)? Risorga la Verità dalla terra!» E detto infatti: «la verità dovrà spuntare dalla terra» (Sai 85,12) (Ber. R. 8).
9. — Rabbi Meir diceva: «la polvere con cui fu creato il primo uomo, fu raccolta da tutte le parti della terra» (Sahed. 38).
10. — L'uomo fu creato solo (come progenitore del genere umano), perché da ciò si deducesse che chiunque distrugge una vita umana è come se distruggesse un mondo e viceversa chi salva una vita è come se salvasse un mondo intero. Inoltre, l'uomo fu creato secondo un unico tipo, per il buon andamento della società, affinché un uomo non dicesse all'altro: mio padre è superiore a tuo padre. E inoltre perché gli eretici non dicessero: vi sono
molti poteri in cielo (come vi sono molti tipi di uomini sulla terra). Infine l'uomo fu creato secondo un tipo unico per dimostrare la grandezza del Santo, benedetto Egli sia: perché mentre gli uomini coniano varie monete secondo uno stampo e tutte sono uguali, il Signore ha foggiato un uomo sul tipo del primo, ma, ciò nonostante, gli uomini non sono identici fra loro. Così ognuno ha il dovere di affermare: «il mondo è stato creato per me!»
(Saned. 37).
11. — Insegnano i nostri Maestri: perché l'uomo fu creato solo? Perché i giusti non vengano a dire: «noi siamo discendenti di un giusto»; e analogamente i peccatori non dicano: «noi discendiamo da un peccatore! »
Secondo un'altra spiegazione, l'uomo fu creato solo, per evitare le contese tra le varie famiglie. Che se queste, infatti, sono in lite, ora che l'uomo fu creato solo, quanto maggiormente sarebbero state in lotta se, per esempio, gli uomini originari fossero stati due?
Secondo un'altra spiegazione, l'uomo fu creato solo a motivo dei ladri e dei violenti: se questi infatti rubano e fanno violenza, ora che l'uomo fu creato solo, quanto maggiormente farebbero violenza ed eserciterebbero il furto se gli uomini originari fossero stati due?
E perché le fisionomie degli uomini non sono perfettamente eguali tra loro? affinché un uomo, vedendo una bella casa o una bella donna, non dica: «è mia!» (Saned. 38).
IL MONDO SUPERIORE E IL MONDO INFERIORE
(Gn 2)
12 — «Queste sono le generazioni del cielo e della terra» (Gn 2,4).
Disse Rabbi Shimeon figlio di Chalafta: è ben grande la pace, se il Santo, benedetto Egli sia, volle stabilire pace e armonia tra gli esseri celesti e quelli terrestri, nel momento della creazione. Nel primo giorno, infatti, creò esseri appartenenti al mondo celeste e al mondo terrestre, come è detto: «nel principio creò il Signore il cielo e la terra» (Gn 1,1). Nel secondo giorno creò esseri celesti, come è detto: «sia il firmamento» (Gn 1,6). Nel terzo giorno creò esseri terrestri, conforme a quanto è scritto: «produca la terra» (Gn 1,11). Nel quarto giorno creò essere celesti, come è detto: «siano gli astri» (Gn 1,14). Nel quinto giorno creò esseri terrestri, come è detto: «producano le acque» (Gn 1,20). Nel sesto giorno creò l'uomo e disse: «se Io lo creerò dal mondo celeste, questo sarà superiore al terrestre per un atto creativo; e così, se Io lo creassi dal mondo terrestre, questo sarebbe superiore all'altro e non vi sarebbe armonia nell'universo; perciò Io lo creerò partecipe dell'uno e dell'altro mondo, secondo quanto è detto: "e il Signore Iddio formò l'uomo come polvere dalla terra"» (Gn 2,7), cioè lo creò dal mondo inferiore, ma soffiò nelle sue narici un «alito vitale», cioè (lo creò) dal mondo superiore (Ber. R. 12).
(Gn 1)
1. — Insegnano i nostri maestri: «Interroga le antiche età» (Dt 4,32).
Può intendersi il testo nel senso: l'uomo interroghi l'età anteriore alla creazione del mondo? no, perché lo stesso testo continua dicendo: «da quando Iddio creò l'uomo sulla terra» (ivi). Ma potrebbe, allora, intendersi nel senso che l'uomo non possa indagare neppure intorno ai sei giorni della creazione? no, perché lo stesso testo dice: «interroga le prime età che furono prima di te» (ivi), (cioè: prima della tua creazione). Potrebbe, infine, intendersi nel senso: «interroga ciò che è in alto, in basso, avanti e indietro»? no, perché il testo dice: «da una estremità all'altra del cielo» (ivi), cioè: da una estremità all'altra del cielo tu puoi indagare, ma non puoi indagare ciò che è in alto, in basso, avanti e indietro (Cha. 11).
2. — Perché il mondo fu creato con la lettera «Beth?» ¹. Per insegnarci: come la «Beth» è chiusa da tutti i suoi lati, e aperta solo in avanti, cosi tu non sei autorizzato a indagare ciò che è in alto, in basso, in avanti e indietro, ma solo dal giorno in cui fu creato il mondo in poi (Ber. R. 1).
¹ Intendi: perché il racconto della creazione comincia con la seconda lettera
dell'alfabeto?
— Sei cose precedettero la creazione del mondo; di esse, alcune furono effettivamente create, altre furono soltanto pensate. La Torah e il trono della gloria divina furono create, i patriarchi, Israele, il Santuario e il nome del Messia furono soltanto pensati.
Rabbi Ahava in nome di Rabbi Zeira insegna: anche la Teshuvah fu pensata. Altri aggiungono: anche il Giardino Terrestre e il Gheinnam².
Dissero in nome di Rabbi Shemuel berabbi Ischaq: l'idea di Israele precedette ogni altra cosa. Se infatti il Signore non avesse previsto che a distanza di ventisei generazioni (dalla creazione), gli Ebrei avrebbero accettato la Torah, non avrebbe scritto su di essa: «comanda ai figli di Israele o parla ai figli di Israele» (Ber. R.1).
Disse Rabbi Jannai: il mondo e quanto in esso è contenuto, non furono creati se non in virtù della Torah (Ber. R. 1).
² Il «Gheinnam» è la dimora dei peccatori nell'aldilà, secondo il talmud.
ADAMO
(Gn 1,26)
— Disse Rabbi Berechia: mentre il Signore stava per creare il primo uomo, previde che da lui sarebbero derivati i giusti e i peccatori e pensò: se io creo l'uomo, ne verranno i peccatori; e se non lo creo, come sorgeranno i giusti? Allora il Santo, benedetto Egli sia, allontanò da sé il pensiero dei peccatori e, unitosi all'attributo della clemenza, creò l'uomo (Ber. R. 8).
8. — Disse Rabbi Simon: quando il Signore si accinse a creare l'uomo, gli angeli del servizio divino si divisero in gruppi e in schiere; alcuni dicevano: «sia creato» altri: «non sia creato». A questo fatto si richiama il verso che dice: «la bontà e la verità si incontrarono, la carità e la pace si baciarono» (Sai 85,11). Infatti la Bontà andava dicendo: «sia creato l'uomo che è destinato a fare opere buone»; la Verità, invece, andava dicendo: «si desista dal creare l'uomo che è pieno di falsità». La Carità andava dicendo: «sia creato l'uomo che è destinato a opere di bene»; e la Pace, invece: «si desista dal crearlo, perché è causa di contese». Allora il Santo, benedetto Egli sia, prese la verità e la gettò a terra, conforme a quanto è detto: «gettasti a terra la verità» (Dn 8,12). A questo punto, allora, gli angeli del servizio divino dissero: «Signore, Tu disprezzi e abbassi quella che è la Tua insegna (la verità)? Risorga la Verità dalla terra!» E detto infatti: «la verità dovrà spuntare dalla terra» (Sai 85,12) (Ber. R. 8).
9. — Rabbi Meir diceva: «la polvere con cui fu creato il primo uomo, fu raccolta da tutte le parti della terra» (Sahed. 38).
10. — L'uomo fu creato solo (come progenitore del genere umano), perché da ciò si deducesse che chiunque distrugge una vita umana è come se distruggesse un mondo e viceversa chi salva una vita è come se salvasse un mondo intero. Inoltre, l'uomo fu creato secondo un unico tipo, per il buon andamento della società, affinché un uomo non dicesse all'altro: mio padre è superiore a tuo padre. E inoltre perché gli eretici non dicessero: vi sono
molti poteri in cielo (come vi sono molti tipi di uomini sulla terra). Infine l'uomo fu creato secondo un tipo unico per dimostrare la grandezza del Santo, benedetto Egli sia: perché mentre gli uomini coniano varie monete secondo uno stampo e tutte sono uguali, il Signore ha foggiato un uomo sul tipo del primo, ma, ciò nonostante, gli uomini non sono identici fra loro. Così ognuno ha il dovere di affermare: «il mondo è stato creato per me!»
(Saned. 37).
11. — Insegnano i nostri Maestri: perché l'uomo fu creato solo? Perché i giusti non vengano a dire: «noi siamo discendenti di un giusto»; e analogamente i peccatori non dicano: «noi discendiamo da un peccatore! »
Secondo un'altra spiegazione, l'uomo fu creato solo, per evitare le contese tra le varie famiglie. Che se queste, infatti, sono in lite, ora che l'uomo fu creato solo, quanto maggiormente sarebbero state in lotta se, per esempio, gli uomini originari fossero stati due?
Secondo un'altra spiegazione, l'uomo fu creato solo a motivo dei ladri e dei violenti: se questi infatti rubano e fanno violenza, ora che l'uomo fu creato solo, quanto maggiormente farebbero violenza ed eserciterebbero il furto se gli uomini originari fossero stati due?
E perché le fisionomie degli uomini non sono perfettamente eguali tra loro? affinché un uomo, vedendo una bella casa o una bella donna, non dica: «è mia!» (Saned. 38).
IL MONDO SUPERIORE E IL MONDO INFERIORE
(Gn 2)
12 — «Queste sono le generazioni del cielo e della terra» (Gn 2,4).
Disse Rabbi Shimeon figlio di Chalafta: è ben grande la pace, se il Santo, benedetto Egli sia, volle stabilire pace e armonia tra gli esseri celesti e quelli terrestri, nel momento della creazione. Nel primo giorno, infatti, creò esseri appartenenti al mondo celeste e al mondo terrestre, come è detto: «nel principio creò il Signore il cielo e la terra» (Gn 1,1). Nel secondo giorno creò esseri celesti, come è detto: «sia il firmamento» (Gn 1,6). Nel terzo giorno creò esseri terrestri, conforme a quanto è scritto: «produca la terra» (Gn 1,11). Nel quarto giorno creò essere celesti, come è detto: «siano gli astri» (Gn 1,14). Nel quinto giorno creò esseri terrestri, come è detto: «producano le acque» (Gn 1,20). Nel sesto giorno creò l'uomo e disse: «se Io lo creerò dal mondo celeste, questo sarà superiore al terrestre per un atto creativo; e così, se Io lo creassi dal mondo terrestre, questo sarebbe superiore all'altro e non vi sarebbe armonia nell'universo; perciò Io lo creerò partecipe dell'uno e dell'altro mondo, secondo quanto è detto: "e il Signore Iddio formò l'uomo come polvere dalla terra"» (Gn 2,7), cioè lo creò dal mondo inferiore, ma soffiò nelle sue narici un «alito vitale», cioè (lo creò) dal mondo superiore (Ber. R. 12).
IL MIDRASH DELLA COLOMBA
Questo midrash insegna ai figli che davanti a Dio tutti siamo importanti e uguali allo stesso modo, pur avendoci dato doni diversi.
Quando Dio decise di punire l'umanità peccatrice mandando il diluvio, tutti gli animali si riunirono attorno all'arca di Noè. Noè era un uomo giusto e Dio gli aveva spiegato come salvare se stesso e la sua famiglia, costruendo un'arca che galleggiasse e li proteggesse quando le acque si sarebbero alzate.
Agli animali era giunta voce che Noè avrebbe portato con lui, sull'arca, solo le migliori tra le creature viventi.
Cosi arrivarono e cominciarono a gareggiare tra loro, ognuno vantandosi delle proprie virtù e, quando era possibile, sminuendo i meriti degli altri.
Il leone ruggì: - Io sono la. più forte tra tutte le bestie, e quindi devo essere salvato per forza .-
L'elefante barrì : - lo sono il più grande e ho la proboscide più lunga, le orecchie più grosse e le zampe più pesanti.- Non è importante essere grandi e pesanti - guaì la volpe. - lo, la volpe, sono la più astuta di tutti. - E io? - ragliò l'asino. - Pensavo di essere il più furbo. - Sembra che tutti siano capaci di essere astuti - disse la puzzola con un uggiolio. -Tra tutti gli animali io ho l'odore più buono. Il mio profumo è famoso.
Voi strisciate sulla terra, ma io sono l'unica che si può arrampicare sugli alberi -urlò la scimmia.
- L'unica!? - ringhiò l'orso. - E io cosa faccio? - E perché, io no? - cianciò lo scoiattolo, indignato.
- lo faccio parte della famiglia delle tigri, disse il gatto, facendo le fusa. - lo sono un cugino dell'elefante - squittì il topo. - lo sono forte come il leone - brontolò la tigre. - E oltretutto la mia pelliccia è la più bella.
- Le mie macchie sono più ammirate delle tue strisce - le rispose il leopardo.
- lo sono il miglior amico dell'uomo - guaì il cane. - Non sei un amico. Sei solo un cortigiano adulatore - latrò il lupo. - lo sono orgoglioso di essere un lupo solitario e non adulo nessuno.
- Bee! - belò la pecora: - Ecco perché hai sempre fame. Se non dai niente, non ricevi niente. lo gli do la mia lana e lui si prende cura di me. - Tu gli darai anche la lana, ma io gli do il mio miele dolcissimo - ronzò l'ape. - E tra l'altro ho anche il veleno per proteggermi dai nemici. - Che cos'è il tuo veleno paragonato al mio.? - sibilò il serpente. - Inoltre vivo più vicino di tutti voi alla Madre Terra. - Non più vicino di me - protestò il lombrico, tirando fuori la testa dalla terra.
- lo depongo le uova - chiocciò la gallina. - lo gli do il latte - muggì la mucca. - lo aiuto ad arare la terra - mugghiò il bue. - lo trasporto - nitri il cavallo. - E ho gli occhi più grandi di tutti voi.
- Avrai anche gli occhi più grandi, ma ne hai solo due, mentre io ne ho tantissimi -ronzò la mosca nell'orecchio del cavallo. - In confronto a me, siete tutti nani. - Le parole della giraffa arrivarono da lontano, mentre mangiucchiava delle foglie dalla cima di un albero. - sono alto quasi quanto te- ridacchiò il cammello.- E posso viaggiare per giorni e giorni nel deserto senza né acqua né cibo.
- Voi sarete alti, ma io sono grasso - sbuffò l'ippopotamo. E sono quasi sicuro che la mia bocca è la più grande in assoluto.
- lo non ne sarei tanto sicuro - rispose il coccodrillo con tono stizzoso. Io posso parlare come un uomo - chioc ciò il pappagallo. - In verità non è che parli, ti limiti a imitarlo -cantò il gallo. - lo conosco un'unica parola, "chicchirichi", ma almeno è solo mia. , --- lo vedo con le mie orecchie e volo con l'udito - fischiò il pipistrello. - lo canto con leali - frinì la cavalletta.
C'erano molte altre creature ansiose di vantarsi. Ma ,Noè aveva notato che la colomba se ne stava appollaiata da sola su un ramo e non provava nemmeno a parlare o a competere con gli altri animali. - Perché sei cosi silenziosa? - le chiese Noè. - Non hai niente di cui vantarti? - lo non penso di essere né migliore, né più saggia, né più attraente degli altri animali - tubò la colomba.- Ognuno di noi .ha qualcosa che gli altri non hanno e tutto ci è stato dato dal Dio che ci ha creati. - La colomba ha ragione - disse Noè. - Non c'è bisogno di vantarsi e di competere. Dio mi ha ordinato di portare con me nell'arca creature di tutti i generi, domestiche o selvagge, uccelli o insetti.
Gli animali gioirono quando sentirono queste parole e dimenticarono tutte le loro beghe.
Prima di aprire la porta dell'arca, Noè disse: - lo vi amo tutti, ma poiché la colomba è stata modesta e silenziosa mentre tutti voi litiga vate e discutevate, la scelgo come mia messaggera. Noè mantenne la sua parola e, quando finirono le piogge, mandò la colomba a sorvolare Il mondo per poi nferire su come andavano le cose. Quando finalmente tornò portava un rametto d'olivo nel becco, e Noè seppe che le acque si erano ritirate. Quando la terra fu completamente asciutta, Noè,la sua famiglia e gli animali scesero dall'arca. Dopo il diluvio, Dio promise che non avreb be mai piu distrutto la terra a causa dei pec cati degli uomini, e che il tempo della semina e del raccolto, il caldo e il freddo, l'estate.e l'inverno, il giorno e la notte ci sarebbero sempre stati. La verità è che ci sono al mondo piu colombe che tigri, leopardi, lupi, avvoltoi e altre bestie feroci. La colomba vive felicemente senza litigare. E' l'uccello della pace.
Il Midrash: Dio ha scelto Israele
Questo midrash insegna ai figli che Dio ama tutti gli uomini. ma tra tutti i popoli ha scelto Israele ,non perché era il migliore, ma per una missione: far conoscere Dio e ha scelto i cristiani, non perché sono i migliori, ma per portare la buona notizia: CRISTO è risorto e in lui possiamo avere la vita eterna, una nuova vita, già su questa terra.
un giorno il settimo giorno stava passeggiando nel giardino un po' arrabbiato.
Lo vide il Signore Dio e gli chiese: - perchè sei cosi triste? - rispose il settimo giorno: - Signore dell'universo, tutto quel che hai creato è fatto a coppia: e ad ogni giorno della settimana Tu hai concesso un compagno; soltanto io sono rimasto solo. infatti:
1° giorno: Dio crea la luce. ---------> 4° giorno: Dio crea il sole, la luna e le stelle.
2° giorno: Dio crea il mare e il cielo.--------> 5° giorno: Dio crea i pesci e i volatili
3° gorno; Dio crea la terra con la vegetazione. --------> 6° giorno: Dio crea gli animali e l'uomo
-Vedi Signore al 1° giorno hai dato come compagno il 4° e così al 2° e al 3° ma io, settimo giorno sono solo.
Rispose il Signore Dio :- La comunità di Israele sarà il tuo compagno!
Il Midrash: Davide e l'angelo della morte
Questo midrash insegna ai figli che la cosa più grande e più importante nella vita è conoscere l'amore di Dio e poter parlare con Lui, come aveva fatto il re Davide. Pregare Dio, nostro Padre, cantare i salmi, ci salva dalla morte.
Il re Davide era vecchio e sentiva che la fine della sua vita non doveva essere lontana. Intonò un salmo di ringraziamento al Signore per tutte le imprese che gli aveva fatto portare a buon fine e per tutto il bene che aveva potuto fare al suo popolo. Invocò il suo perdono per i peccati che aveva commesso e concluse con la supplica che gli rivelasse quando avesse deciso di toglierlo da questa vita. Aveva appena finito il suo canto e stava in ansiosa attesa della rivelazione divina quando d'improvviso si levò un uragano eccezionalmente impetuoso ma Davide sentì dentro di se che non era la bufera che gli avrebbe portato la risposta divina. Subito dopo intese un rumore formidabile , ma neanche da questo fracasso Davide si aspettò la risposta divina. Fu poi la volta di un gran fuoco disceso dall'alto, ma neppure questo l'apportatore della risposta divina. Subentrò un profondo silenzio e tutta la natura parve arrestarsi come succede in certe notti stellate o sul mezzogiorno in una giornata afosa d'estate. In questo silenzio si cominciò a sentire una soave melodia come non se ne sono mai sentite di uguali; questo fu il segno per Davide che lo Spirito di Dio era presente nella sua casa. Si inchinò fino a terra e ripetette la domanda:- Signore, fammi sapere quale sarà l'ultimo giorno della mia vita, quand'è che mi farai morire?
Il re percepì la voce dell'Eterno che sussurrava: - In cielo è stato stabilito inderogabilmente di non predire a nessuno la fine dei suoi giorni. Ma Davide continuò: - a tutti è nota questa rivelazione divina. Io mi rendo conto di come essa sia indispensabile per noi uomini, ma tu avevi destinato ad Adamo mille anni ma poi lo hai lasciato in vita per novecento e trenta onde riservare gli altri settanta a me che altrimenti non sarei mai venuto alla luce; quello che ti chiedo è solo di dirmi in quale giorno della settimana mi farai morire.-
Il Signore capì che Davide doveva essere escluso dalla disposizione celeste. In mezzo a quel profondo silenzio si sentì mormorare : - morirai di sabato. - Ma Davide che soleva passare i sabati a salmeggiare, scongiurò Dio di cambiare il giorno. - Ti supplico Dio grande, non togliermi la vita di sabato rinvia di un giorno il tuo decreto - e Dio gli rispose:- no perché non posso levare un giorno del regno a tuo figlio Salomone che dovrà venire al posto tuo, questo non lo posso fare.
Allora Davide disse:- fammi morire prima, il venerdì, - ma Dio rispose:- Non leverò a te nessun sabato perché è il giorno dei tuoi studi sacri e del tuo salmeggiare e questo vale per me più di mille olocausti.-
Da allora ancora più che per il passato, egli dedicò i sabati allo studio intenso della legge di Dio e a cantare le lodi all'Eterno da quell'insuperabile salmista quale egli era.
Quando il giorno predestinato l'angelo della morte si presentò al re, lo trovò che celebrava le lodi del Signore con i famosi versetti del salmo : "i cieli sono la sede di Dio, ma la terra Egli ha dato all'uomo. A chi dorme il sonno della morte non è dato cantare all'Eterno ed ecco che noi qui Lo celebriamo fino alla fine della vita. Alleluia."
Deliziato da questo l'angelo della morte non ebbe il coraggio di prendere la vita di Davide e decise di dargli il tempo necessario per finirlo. Ma il re continuava a salmeggiare un verso dopo l'altro, animato da un fervore sempre più intenso. Chissà mai quando sarebbe finita la sua ispirazione! L'angelo non poteva indugiare oltre, perché il suo incarico doveva essere eseguito entro quel giorno. Sfiorò Davide con la sua mano; era il modo con cui prendeva tutte le sue vittime, ma con sua estrema sorpresa, il re continuava a vivere, la melodia del canto sembrava difenderlo come fosse una muraglia inespugnabile. Disorientato allora l'angelo attraversò di corsa le sale del palazzo reale, scese nel giardino e continuò a correre di qua e di là senza badare alle piante che rovinava. Faceva un rumore che andava sempre più crescendo e quando Davide arrivò a percepirlo, non si rese conto da che cosa fosse prodotto: sembrava un fracasso come di una gran tempesta, eppure era una tranquilla e calda giornata estiva. Senza tralasciare il canto appassionato, si spinse verso il giardino per vedere cosa stava succedendo. Ma nella fretta s'inciampò e per un istante interruppe la sua melodia. Bastò quell'attimo perché l'angelo che lo seguiva cautamente lo raggiungesse e con una mossa fulminea lo toccò. Così il re Davide fu preso dall'angelo della morte che lo portò nel regno di Dio.
Questo midrash insegna ai figli che davanti a Dio tutti siamo importanti e uguali allo stesso modo, pur avendoci dato doni diversi.
Quando Dio decise di punire l'umanità peccatrice mandando il diluvio, tutti gli animali si riunirono attorno all'arca di Noè. Noè era un uomo giusto e Dio gli aveva spiegato come salvare se stesso e la sua famiglia, costruendo un'arca che galleggiasse e li proteggesse quando le acque si sarebbero alzate.
Agli animali era giunta voce che Noè avrebbe portato con lui, sull'arca, solo le migliori tra le creature viventi.
Cosi arrivarono e cominciarono a gareggiare tra loro, ognuno vantandosi delle proprie virtù e, quando era possibile, sminuendo i meriti degli altri.
Il leone ruggì: - Io sono la. più forte tra tutte le bestie, e quindi devo essere salvato per forza .-
L'elefante barrì : - lo sono il più grande e ho la proboscide più lunga, le orecchie più grosse e le zampe più pesanti.- Non è importante essere grandi e pesanti - guaì la volpe. - lo, la volpe, sono la più astuta di tutti. - E io? - ragliò l'asino. - Pensavo di essere il più furbo. - Sembra che tutti siano capaci di essere astuti - disse la puzzola con un uggiolio. -Tra tutti gli animali io ho l'odore più buono. Il mio profumo è famoso.
Voi strisciate sulla terra, ma io sono l'unica che si può arrampicare sugli alberi -urlò la scimmia.
- L'unica!? - ringhiò l'orso. - E io cosa faccio? - E perché, io no? - cianciò lo scoiattolo, indignato.
- lo faccio parte della famiglia delle tigri, disse il gatto, facendo le fusa. - lo sono un cugino dell'elefante - squittì il topo. - lo sono forte come il leone - brontolò la tigre. - E oltretutto la mia pelliccia è la più bella.
- Le mie macchie sono più ammirate delle tue strisce - le rispose il leopardo.
- lo sono il miglior amico dell'uomo - guaì il cane. - Non sei un amico. Sei solo un cortigiano adulatore - latrò il lupo. - lo sono orgoglioso di essere un lupo solitario e non adulo nessuno.
- Bee! - belò la pecora: - Ecco perché hai sempre fame. Se non dai niente, non ricevi niente. lo gli do la mia lana e lui si prende cura di me. - Tu gli darai anche la lana, ma io gli do il mio miele dolcissimo - ronzò l'ape. - E tra l'altro ho anche il veleno per proteggermi dai nemici. - Che cos'è il tuo veleno paragonato al mio.? - sibilò il serpente. - Inoltre vivo più vicino di tutti voi alla Madre Terra. - Non più vicino di me - protestò il lombrico, tirando fuori la testa dalla terra.
- lo depongo le uova - chiocciò la gallina. - lo gli do il latte - muggì la mucca. - lo aiuto ad arare la terra - mugghiò il bue. - lo trasporto - nitri il cavallo. - E ho gli occhi più grandi di tutti voi.
- Avrai anche gli occhi più grandi, ma ne hai solo due, mentre io ne ho tantissimi -ronzò la mosca nell'orecchio del cavallo. - In confronto a me, siete tutti nani. - Le parole della giraffa arrivarono da lontano, mentre mangiucchiava delle foglie dalla cima di un albero. - sono alto quasi quanto te- ridacchiò il cammello.- E posso viaggiare per giorni e giorni nel deserto senza né acqua né cibo.
- Voi sarete alti, ma io sono grasso - sbuffò l'ippopotamo. E sono quasi sicuro che la mia bocca è la più grande in assoluto.
- lo non ne sarei tanto sicuro - rispose il coccodrillo con tono stizzoso. Io posso parlare come un uomo - chioc ciò il pappagallo. - In verità non è che parli, ti limiti a imitarlo -cantò il gallo. - lo conosco un'unica parola, "chicchirichi", ma almeno è solo mia. , --- lo vedo con le mie orecchie e volo con l'udito - fischiò il pipistrello. - lo canto con leali - frinì la cavalletta.
C'erano molte altre creature ansiose di vantarsi. Ma ,Noè aveva notato che la colomba se ne stava appollaiata da sola su un ramo e non provava nemmeno a parlare o a competere con gli altri animali. - Perché sei cosi silenziosa? - le chiese Noè. - Non hai niente di cui vantarti? - lo non penso di essere né migliore, né più saggia, né più attraente degli altri animali - tubò la colomba.- Ognuno di noi .ha qualcosa che gli altri non hanno e tutto ci è stato dato dal Dio che ci ha creati. - La colomba ha ragione - disse Noè. - Non c'è bisogno di vantarsi e di competere. Dio mi ha ordinato di portare con me nell'arca creature di tutti i generi, domestiche o selvagge, uccelli o insetti.
Gli animali gioirono quando sentirono queste parole e dimenticarono tutte le loro beghe.
Prima di aprire la porta dell'arca, Noè disse: - lo vi amo tutti, ma poiché la colomba è stata modesta e silenziosa mentre tutti voi litiga vate e discutevate, la scelgo come mia messaggera. Noè mantenne la sua parola e, quando finirono le piogge, mandò la colomba a sorvolare Il mondo per poi nferire su come andavano le cose. Quando finalmente tornò portava un rametto d'olivo nel becco, e Noè seppe che le acque si erano ritirate. Quando la terra fu completamente asciutta, Noè,la sua famiglia e gli animali scesero dall'arca. Dopo il diluvio, Dio promise che non avreb be mai piu distrutto la terra a causa dei pec cati degli uomini, e che il tempo della semina e del raccolto, il caldo e il freddo, l'estate.e l'inverno, il giorno e la notte ci sarebbero sempre stati. La verità è che ci sono al mondo piu colombe che tigri, leopardi, lupi, avvoltoi e altre bestie feroci. La colomba vive felicemente senza litigare. E' l'uccello della pace.
Il Midrash: Dio ha scelto Israele
Questo midrash insegna ai figli che Dio ama tutti gli uomini. ma tra tutti i popoli ha scelto Israele ,non perché era il migliore, ma per una missione: far conoscere Dio e ha scelto i cristiani, non perché sono i migliori, ma per portare la buona notizia: CRISTO è risorto e in lui possiamo avere la vita eterna, una nuova vita, già su questa terra.
un giorno il settimo giorno stava passeggiando nel giardino un po' arrabbiato.
Lo vide il Signore Dio e gli chiese: - perchè sei cosi triste? - rispose il settimo giorno: - Signore dell'universo, tutto quel che hai creato è fatto a coppia: e ad ogni giorno della settimana Tu hai concesso un compagno; soltanto io sono rimasto solo. infatti:
1° giorno: Dio crea la luce. ---------> 4° giorno: Dio crea il sole, la luna e le stelle.
2° giorno: Dio crea il mare e il cielo.--------> 5° giorno: Dio crea i pesci e i volatili
3° gorno; Dio crea la terra con la vegetazione. --------> 6° giorno: Dio crea gli animali e l'uomo
-Vedi Signore al 1° giorno hai dato come compagno il 4° e così al 2° e al 3° ma io, settimo giorno sono solo.
Rispose il Signore Dio :- La comunità di Israele sarà il tuo compagno!
Il Midrash: Davide e l'angelo della morte
Questo midrash insegna ai figli che la cosa più grande e più importante nella vita è conoscere l'amore di Dio e poter parlare con Lui, come aveva fatto il re Davide. Pregare Dio, nostro Padre, cantare i salmi, ci salva dalla morte.
Il re Davide era vecchio e sentiva che la fine della sua vita non doveva essere lontana. Intonò un salmo di ringraziamento al Signore per tutte le imprese che gli aveva fatto portare a buon fine e per tutto il bene che aveva potuto fare al suo popolo. Invocò il suo perdono per i peccati che aveva commesso e concluse con la supplica che gli rivelasse quando avesse deciso di toglierlo da questa vita. Aveva appena finito il suo canto e stava in ansiosa attesa della rivelazione divina quando d'improvviso si levò un uragano eccezionalmente impetuoso ma Davide sentì dentro di se che non era la bufera che gli avrebbe portato la risposta divina. Subito dopo intese un rumore formidabile , ma neanche da questo fracasso Davide si aspettò la risposta divina. Fu poi la volta di un gran fuoco disceso dall'alto, ma neppure questo l'apportatore della risposta divina. Subentrò un profondo silenzio e tutta la natura parve arrestarsi come succede in certe notti stellate o sul mezzogiorno in una giornata afosa d'estate. In questo silenzio si cominciò a sentire una soave melodia come non se ne sono mai sentite di uguali; questo fu il segno per Davide che lo Spirito di Dio era presente nella sua casa. Si inchinò fino a terra e ripetette la domanda:- Signore, fammi sapere quale sarà l'ultimo giorno della mia vita, quand'è che mi farai morire?
Il re percepì la voce dell'Eterno che sussurrava: - In cielo è stato stabilito inderogabilmente di non predire a nessuno la fine dei suoi giorni. Ma Davide continuò: - a tutti è nota questa rivelazione divina. Io mi rendo conto di come essa sia indispensabile per noi uomini, ma tu avevi destinato ad Adamo mille anni ma poi lo hai lasciato in vita per novecento e trenta onde riservare gli altri settanta a me che altrimenti non sarei mai venuto alla luce; quello che ti chiedo è solo di dirmi in quale giorno della settimana mi farai morire.-
Il Signore capì che Davide doveva essere escluso dalla disposizione celeste. In mezzo a quel profondo silenzio si sentì mormorare : - morirai di sabato. - Ma Davide che soleva passare i sabati a salmeggiare, scongiurò Dio di cambiare il giorno. - Ti supplico Dio grande, non togliermi la vita di sabato rinvia di un giorno il tuo decreto - e Dio gli rispose:- no perché non posso levare un giorno del regno a tuo figlio Salomone che dovrà venire al posto tuo, questo non lo posso fare.
Allora Davide disse:- fammi morire prima, il venerdì, - ma Dio rispose:- Non leverò a te nessun sabato perché è il giorno dei tuoi studi sacri e del tuo salmeggiare e questo vale per me più di mille olocausti.-
Da allora ancora più che per il passato, egli dedicò i sabati allo studio intenso della legge di Dio e a cantare le lodi all'Eterno da quell'insuperabile salmista quale egli era.
Quando il giorno predestinato l'angelo della morte si presentò al re, lo trovò che celebrava le lodi del Signore con i famosi versetti del salmo : "i cieli sono la sede di Dio, ma la terra Egli ha dato all'uomo. A chi dorme il sonno della morte non è dato cantare all'Eterno ed ecco che noi qui Lo celebriamo fino alla fine della vita. Alleluia."
Deliziato da questo l'angelo della morte non ebbe il coraggio di prendere la vita di Davide e decise di dargli il tempo necessario per finirlo. Ma il re continuava a salmeggiare un verso dopo l'altro, animato da un fervore sempre più intenso. Chissà mai quando sarebbe finita la sua ispirazione! L'angelo non poteva indugiare oltre, perché il suo incarico doveva essere eseguito entro quel giorno. Sfiorò Davide con la sua mano; era il modo con cui prendeva tutte le sue vittime, ma con sua estrema sorpresa, il re continuava a vivere, la melodia del canto sembrava difenderlo come fosse una muraglia inespugnabile. Disorientato allora l'angelo attraversò di corsa le sale del palazzo reale, scese nel giardino e continuò a correre di qua e di là senza badare alle piante che rovinava. Faceva un rumore che andava sempre più crescendo e quando Davide arrivò a percepirlo, non si rese conto da che cosa fosse prodotto: sembrava un fracasso come di una gran tempesta, eppure era una tranquilla e calda giornata estiva. Senza tralasciare il canto appassionato, si spinse verso il giardino per vedere cosa stava succedendo. Ma nella fretta s'inciampò e per un istante interruppe la sua melodia. Bastò quell'attimo perché l'angelo che lo seguiva cautamente lo raggiungesse e con una mossa fulminea lo toccò. Così il re Davide fu preso dall'angelo della morte che lo portò nel regno di Dio.